Per raccogliere elementi certi eseguiamo un accurato test di laboratorio chiamato test microbiologico. Con questo test, che è molto preciso grazie all’analisi del DNA batterico, è possibile sapere in qualche giorno quali e quanti batteri sono presenti nella bocca del paziente.
Con questo test, è possibile conoscere anche, grazie alla subtipizzazione, se sono presenti dei batteri nella loro forma più aggressiva.
Ad esempio l’ Aggregatibacter actinomycetemcomitans, un batterio strettamente legato alla parodontite aggressiva, ha 2 forme particolarmente patogeniche: 652 e JP2. Questi 2 sottotipi producono più leucotossine, e la forma JP2 più di 652. In presenza della forma JP2, i danni clinici sono estremamente più elevati!
Anche di Porphyromonas gingivalis, il "re" dei patogeni parodontali, sono presenti molte forme. Esse si differenziano in base alle fimbrie, che sono degli organi di adesione. Le fimbrie di tipo II e IV sono più aggressive di altre. Alla fine del referto, sono riportati degli schemi in forma di "torte". La prima torta rappresenta la percentuale del numero totale dei batteri patogeni. Maggiore è il numero dei batteri patogeni, peggiore è la situazione. La torta di destra rappresenta la percentuale relativa degli agenti patogeni divisi in complessi. La presenza di più batteri del complesso rosso è peggiore rispetto alla prevalenza di batteri del complesso arancione.
Il test microbiologico è uno strumento essenziale che sarà ripetuto durante le varie fasi della terapia. Il paziente sarà considerato guarito quando gli agenti patogeni saranno inferiori al livello accettato dal sistema immunitario. Quando l'analisi di controllo mostrerà un livello di agenti patogeni inferiori rispetto a questo valore soglia, si potrà dimostrare che il paziente è guarito e che può entrare nel protocollo di follow-up o di controllo. Il test microbiologico sarà ripetuta ogni 6 mesi inizialmente e poi una volta all’anno, al fine di mantenere l'infezione sotto controllo e prevenire e trattare eventuali piccole ricadute in modo minimamente invasivo.
Per valutare e conoscere il livello soglia è necessario un altro test di laboratorio genetico, ossia un’analisi del DNA.
Con questo test, che è indolore e molto semplice da eseguire, è possibile conoscere la personale predisposizione alla malattia periodontale, analizzando la presenza di particolari polimorfismi, a causa di alterazioni genetiche, di molecole associate alla risposta immunitaria, come l’interleuchina 1, la 10,la 6 nonché il VDR Taql. La presenza di alcune forme di queste molecole significa che la predisposizione alla periodontite può essere bassa, media, alta o altissima e in questo ultimo caso anche una piccola percentuale di patogeni può attivare il processo di “ritirata" dell’osso.
Combinando insieme i risultati di questi 2 test possiamo determinare quali batteri hanno causato la malattia e pianificare un piano di trattamento personalizzato in base al livello soglia di tollerabilità batterica. La presenza di una percentuale elevata di patogeni e / o un'elevata predisposizione richiederanno una terapia più radicale, volta quasi all’annullamento totale dei batteri.
Per completare la diagnosi e determinare il livello di malattia sono infine necessarie altre indagini basate sulla valutazione clinica e radiografica
Lo status radiografico parodontale è un esame molto accurato che è composto solitamente da 16 radiogrammi per una bocca completa. Utilizzando la tecnologia digitale come quella presente in Microdent è possibile ottenere lastre di altissima qualità, con una emissione di radiazioni più bassa. Con questo esame è possibile valutare la gravità del riassorbimento osseo e l'anatomia dei difetti. E 'anche possibile evidenziare la presenza di altri problemi, come carie, lesioni endodontiche, restauri incongrui, etc ...
L'ultimo esame, chiamato sondaggio parodontale, permette di valutare la situazione clinica della bocca, misurando la profondità delle tasca (6 valori per elemento dentario), la presenza di sanguinamento o suppurazione, la mobilità, le recessioni ed il coinvolgimento delle forcazioni. Questo esame viene ripetuto ogni anno e sarà utile per analizzare la risposta alla terapia, che ha come obiettivo principali la riduzione dei batteri e della tasca ad una profondità inferiore a 3 mm. È un esame quantitativo ed è quindi un buon metodo per valutare i risultati della terapia in modo oggettivo.
Quando tutti questi esami sono fatti, il dentista ha tutti gli elementi per pianificare una terapia personalizzata.